Lieutenant colonel. Cèsar Bernard

IL PROTAGONISTA DEL LIBRO

Cinico e spietato alto ufficiale francese, diffidente e paranoico come solo un disturbato piò essere, è un insensibile esperto torturatore soprannominato ‘docteur libèration’, sollievo dato da Bernard solo con la morte.

L’ISPIRATORE DEL PERSONAGGIO

Klaus Barbie

Klaus Barbie

Nel 1940 Barbie ottenne i gradi di Sturmführer (luogotenente) delle SS.

Venne assegnato all’ufficio dell’SD di Amsterdam, nei Paesi Bassi occupata, dove fu incaricato della deportazione degli ebrei olandesi.

Ad Amsterdam si guadagnò ben presto fama di spietato persecutore.

Nella città olandese fu protagonista di un episodio in cui dimostrò la sua efferatezza: dopo avere incrociato un venditore di gelati ebreo lo uccise a colpi di pistola in mezzo alla strada perché, a suo giudizio, la vittima non lo aveva salutato con la necessaria deferenza.

Nel 1942 fu trasferito a Lione: divenne il vice del capitano Heinz Hollert, il comandante di una unità speciale (Einsatzkommando) incaricata di stroncare i movimenti di Resistenza francese, e assunse il comando della Sezione IV, la sezione investigativa impegnata nella ricerca degli ebrei.

Nominato capo della Gestapo di Lione, con il grado di Hauptsturmführer, equivalente al grado di capitano, si distinse per la deportazione di centinaia di ebrei e la tortura ed eliminazione fisica di altre centinaia di patrioti francesi.

Stabilì il suo quartier generale all’Hôtel Terminus di Lione, che divenne presto il luogo simbolo delle torture della Gestapo nella città: escogitò il sistema di rastrellare a caso i passanti per le strade di Lione e di torturarli sino a che qualcuno stremato dal dolore non si decideva a rivelare qualche informazione rilevante, qualsiasi informazione, anche basata su una semplice diceria.

Scovò 44 bambini ebrei nascosti in un villaggio di Izieu e li fece deportare nel campo di concentramento di Auschwitz.

Il 7 giugno 1943 catturò un membro della Resistenza, René Hardy, e, attraverso le informazioni estortegli con la tortura, riuscì ad arrestare Jean Moulin, uno dei principali capi della Resistenza francese, insieme ad altri due patrioti francesi.

L’8 marzo 1944 fece arrestare il partigiano “Narbonne”, conosciuto anche come Marc Bloch, un famoso storico ebreo-francese che era entrato nella resistenza cittadina.

Nel settembre 1944, in previsione di un’eventuale avanzata degli alleati, bruciò tutti gli archivi della Gestapo di Lione, fece uccidere un centinaio di persone che conoscevano la sua attività ed eliminò ventidue agenti che lavoravano per suo conto e che si erano infiltrati nella Resistenza.

Di ciò che fece Barbie negli ultimi dieci mesi di guerra non si sa nulla: scomparve letteralmente da ogni documento, da ogni archivio, ed anche la sua scheda personale nel registro delle SS non fornisce alcuna informazione.

Il processo nei suoi confronti si celebrò dall’11 maggio al 4 luglio 1987 e la corte chiese conto a Barbie, oltre all’imputazione generica di crimini contro l’umanità, dei seguenti crimini:

  • il massacro di 22 ostaggi nello scantinato dell’edificio della Gestapo durante l’estate del 1943;
    l’arresto e la tortura di 19 persone durante l’estate del 1943;
  • il rastrellamento di 86 persone dagli uffici dell’U.G.I.F. (Union Générale des Israélites de France) il 9 febbraio 1943;
  • la fucilazione di 42 persone (di cui 40 erano ebree) come uccisioni di rappresaglia durante gli anni 1943 e 1944;
  • la cattura, la tortura e la deportazione degli operai ferroviari di S.N.C.F. il 9 agosto 1944;
    la deportazione ad Auschwitz di 650 persone (50% ebrei, 50% partigiani);
  • la fucilazione di 70 prigionieri del carcere lionese di Montluc-à-Bron il 17 agosto 1944 ed il 20 agosto 1944, dei quali due erano sacerdoti;
  • l’arresto e la deportazione di 55 ebrei (52 erano bambini) da Izieu.

Nel pomeriggio del 4 luglio 1987 la Corte del Tribunale di Lione condannò Klaus Barbie all’ergastolo per i comprovati crimini contro l’umanità.

Morì quattro anni dopo, nel carcere di Lione, il 25 settembre 1991, per leucemia.

fonte: wikipedia

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