k.u.k. Armee

L’imperiale e regio esercito era l’esercito comune dell’Impero austro-ungarico. Era detto in tedesco kaiserliche und königliche Armee (abbreviato in k.u.k. Armee) e in ungherese Császári és királyi hadsereg. L’imperiale e regio esercito fu costituito a seguito del compromesso del 15 marzo 1867 (Ausgleich), che suddivise in due realtà statali autonome i territori della corona d’Austria (Cisleitania) e quelli del Regno d’Ungheria (Transleitania). I due stati erano riuniti sotto la figura del capo dello Stato, imperatore d’Austria e re d’Ungheria, Francesco Giuseppe (1830-1916), il quale nella seconda metà del XIX secolo dedicò grandi attenzioni alle forze armate e le riorganizzò profondamente, per farne un apparato militare moderno e dotato di un’industria bellica all’avanguardia per i tempi. Le operazioni iniziali della prima guerra mondiale, iniziate con la mobilitazione dell’Esercito imperial regio unitamente alla Landwehr e alla Honvéd, videro le forze armate austro-ungariche dominare la situazione sul fronte serbo, dove la disparità di forze risolse rapidamente a favore dell’Austria le operazioni. Lo sconfitto esercito serbo, compreso il comandante in capo Radomir Putnik, affrontò una penosa ritirata attraverso la Bosnia venendo poi tratto in salvo in Montenegro dalla Regia Marina italiana nel 1916. Sul fronte russo, invece (teatro d’operazione che assorbì il 70% delle forze militari austro-ungariche) le truppe austro-ungariche furono presto in difficoltà. Le colossali armate russe, l’enormità degli spazi e lo scarso spirito combattivo di alcune nazionalità dell’impero trasformarono ben presto quella che era stata annunciata come una marcia trionfale in un sanguinoso scontro di attrito tra i belligeranti. In tarda estate cadde Przemyśl, principale caposaldo austro-ungarico in Galizia; sempre in Galizia, in autunno gli austriaci vennero duramente battuti da una formidabile controffensiva russa, a cui si aggiunsero le piogge e le nevicate a immobilizzare il fronte orientale.

Bandiera

7.800.000 uomini mobilitati

uomini mobilitati 7.800.000

morti 922.500

feriti 3.620.000

perdite totali 6.742.500 (86%)

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