Gradi ’15/’18

Tabella dei gradi delle forze armate del Regno d’Italia 1915-1918.

Sottufficiali graduati e truppa – Regio Esercito.

Soldato

Caporale

Caporalmaggiore

Sergente

Sergente maggiore

Maresciallo ordinario

Maresciallo capo

Maresciallo maggiore

Aiutante di battaglia

Ufficiali – Regio Esercito

Aspirante

Sottotenente

Tenente

Tenente in comando di compagnia

Capitano

Capitano in comando di battaglione

Primo capitano

Maggiore

Tenente colonnello

Tenente colonnello di battaglione

Colonnello

Colonnello in comando di reggimento

Colonnello in comando di brigata

Brigadier generale

Maggior generale in comando di brigata

Maggior generale in comando di divisione

Tenente generale in comando di divisione

Tenente generale in comando di corpo d’armata

Tenente generale in comando d’armata

Tenente generale capo di stato maggiore esercito

Generale d’esercito

Sottufficiali e comuni – Regia Marina

Comune di 3a classe

Comune di 2a classe

Comune di 1a classe

Sottocapo

Secondo capo

Secondo capo anziano

Capo di 2a classe

Capo di 1a classe

Ufficiali – Regia Marina

Guardiamarina

Sottotenente di vascello

Tenente di vascello

Capitano di corvetta

Capitano di fregata

Capitano di vascello

Sottoammiraglio

Contrammiraglio

Viceammiraglio

Ammiraglio

Regia Marina Italiana

La Regia Marina fu l’arma navale del Regno d’Italia fino al 18 giugno 1946 quando, con la proclamazione della Repubblica, assunse la nuova denominazione di Marina Militare. Con la caduta di Gaeta il 15 febbraio 1861, la fine del Regno delle Due Sicilie sancì l’unione della Real Marina Sarda alla Marina borbonica, che contribuì al suo potenziamento. Il 17 marzo successivo, con la proclamazione del Regno da parte del Parlamento di Torino, nacque la Regia Marina e l’assertore più convinto della necessità per il Regno d’Italia di dotarsi di una forza navale potente che amalgamasse le competenze delle marine preunitarie, Camillo Benso, conte di Cavour (allora Presidente del Consiglio), non mancò di ribadire il proprio impegno di fare dell’Italia una nazione di spiccato carattere marittimo. L’impegno di Cavour portò ad un notevole sviluppo della flotta, che si interruppe con la battaglia di Lissa; perché la Regia Marina tornasse a dotarsi di navi moderne ci vollero dieci anni, con lo sviluppo della classe Caio Duilio. Grazie ad ingegneri navali come Cuniberti e Masdea vennero prodotte classi di navi interessanti, ma sempre in numero limitato a causa delle necessità di bilancio del paese. La guerra italoturca fu il primo vero banco di prova per la nuova flotta, schierando in linea praticamente le stesse navi poi impegnate nella prima guerra mondiale, durante la quale, tuttavia, non vi fu mai alcuna vera e propria “battaglia navale” con la flotta austroungarica. Le scelte operate tra le due guerre condizionarono infine pesantemente le strategie e le capacità operative della Regia Marina nella seconda guerra mondiale, durante la quale, pur battendosi validamente, subì una serie di sconfitte senza riuscire ad impedire il sostanziale predominio della Royal Navy nel Mar Mediterraneo. Già dal 1890 la marina italiana si interessò della nuova arma sottomarina, quando fu impostato e prodotto nell’Arsenale di La Spezia il sommergibile Delfino, che però non ebbe molta fortuna in quanto il progetto dopo un primo abbandono fu reso operativo solo quattordici anni dopo. Nel 1914 la flotta contava oltre al Delfino anche cinque Glauco.

Tratto da: Il fuoco del primo conflitto – Italia

Bandiera navale

Da 83 a 174 unità navali

Dreadnought 5 (1)
Pre-dreadnought 8
Incr. da battaglia 0
Incr. corazzati 9
Incr. protetti 0
Incr. leggeri 5 (9)
Cacciatorpediniere 35 (17)
Sommergibili 21 (64)
(tra parentesi le unità aggiunte ad ostilità iniziate)

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