Kaiserliche Marine

La Kaiserliche Marine o Marina imperiale fu la marina militare creata alla formazione dell’Impero tedesco. Fu schierata tra il 1871 e il 1919, derivando dall’unificazione fra la marina prussiana (Königlich Preußische Marine) e la Norddeutsche Bundesmarine, la marina della Confederazione Tedesca del Nord. Il Kaiser Guglielmo II diede grande impulso all’arma navale, causando di fatto una corsa agli armamenti fra l’Impero e il Regno Unito. Sebbene imbattuta, la flotta della Marina imperiale fu in gran parte distrutta nel 1919 da parte dei suoi stessi ufficiali nel braccio di mare britannico di Scapa Flow, dove aveva dovuto consegnarsi in seguito alla fine della prima guerra mondiale, scegliendo di autoaffondarsi.

Bandiera navale
Bandiera di bompresso

Da 255 a 717 unità navali

Prima guerra mondiale

Nel 1916 la battaglia dello Jutland dimostrò che la flotta tedesca d’alto mare era talmente potente da sfidare anche la Royal Navy, con la sua flotta metropolitana (Home Fleet). I tedeschi, con l’efficienza delle loro artiglierie e la robustezza delle loro navi, inflissero colpi mortali alle navi inglesi, causando molte più perdite di quante ne subirono. Eppure né Hipper né il suo comandante Scheer compresero la portata del loro successo e si ritirarono verso le loro basi lasciando che la Home Fleet facesse da padrona del Mare del Nord. La situazione strategica restò dunque la stessa, e per il resto della guerra non vi furono altre battaglie di tali proporzioni, la flotta tedesca rimase imbottigliata nel Baltico, come quella austriaca nell’Adriatico, svantaggiate dalla posizione strategica e dalla mancanza di basi oltremare. Nel frattempo gli eserciti si fronteggiavano nelle trincee, incapaci di prevalere in maniera decisiva l’uno contro l’altro. Non esisteva più la manovra e l’unica legge bellica che restava valida era quella del logoramento dell’avversario, fino a che una delle due parti non prevalesse sull’altra. L’Alleanza non avrebbe mai potuto, grazie soprattutto al cambio di schieramento dell’Italia (originariamente parte della Triplice Alleanza, per poi passare, dopo un anno di neutralità, con la Triplice Intesa) che sovvertì i rapporti di forza anche in Mediterraneo, vincere la guerra sui mari. Ma se questi fossero stati interdetti alla navigazione dei convogli alleati, soprattutto dalle Americhe, allora forse l’Intesa avrebbe accusato il colpo e ceduto sul terreno di Francia e Italia contro gli Imperi centrali. Per ottenere questo risultato, i tedeschi provarono tutto quello che all’epoca era tecnicamente possibile, e talvolta, arrivarono anche oltre, improvvisando con armi che avevano a che vedere più con la scaltrezza che con la potenza di fuoco. Gli incrociatori leggeri e corazzati tedeschi, rimasti fuori dalla madrepatria dopo l’inizio della guerra e la caduta di alcune colonie oltremare, si diedero molto da fare per distruggere quante più navi possibile poterono, approfittando della iniziale scarsa organizzazione dei convogli, ma presto la reazione della Royal Navy le eliminò fino all’ultima nave, e dopo molti successi iniziali, di queste navi non restava più traccia sul mare già nella primavera del 1915. Alla fine di quell’anno, però, i tedeschi avevano in armamento altri cinque incrociatori, stavolta corsari, ovvero mercantili armati che contavano, con la scaltrezza e l’inventiva, di passare per innocue navi mercantili, forzare il blocco navale inglese e raggiungere gli oceani, facendo prendere le proprie tracce e combattendo poi le navi mercantili nemiche. Queste navi erano il Wolf, Il Möwe, il Meteor e il Cormoran. L’ultima e più piccola era il Seeadler.

Dreadnought 15 (4)
Pre-dreadnought 24
Incr. da battaglia 5 (2)
Incr. corazzati 9
Incr. protetti 6
Incr. leggeri 36 (12)
Cacciatorpediniere 133 (96)
Sommergibili 27 (348)
(tra parentesi le unità aggiunte ad ostilità iniziate)

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