Velivoli, storia

Lo scoppio della prima guerra mondiale il 28 luglio 1914 seguì di pochi anni il primo volo con un aeroplano, effettuato dai fratelli Orville e Wilbur Wright a Kitty Hawk, in Carolina del Nord, il 17 dicembre 1903. L’impiego operativo dell’aereo come fattore preponderante di superiorità nei conflitti fu teorizzato dall’italiano Giulio Douhet, che in un suo scritto del 1909 sottolineò per la prima volta che il dominio bellico dell’aria sarebbe stato altrettanto importante di quello delle rotte marittime. Seguendo gli studi di Dohuet, nel 1911 gli italiani in Libia utilizzarono per primi la nuova arma come mezzo di ricognizione e di offesa durante la Guerra italo-turca. In particolare, il 23 ottobre il capitano Carlo Maria Piazza fu l’autore della prima ricognizione tattica, mentre il 1º novembre il sottotenente Giulio Gavotti eseguì da un velivolo il primo bombardamento a mano della storia a bassa quota, su un accampamento turco ad Ain Zara, lanciando tre bombe a mano. Lo scoppio della prima guerra mondiale fu senza dubbio un potente stimolo allo sviluppo militare del nuovo mezzo aereo, anche se inizialmente vi furono forti resistenze alla sua adozione. Persino figure di grande rilievo nel conflitto, come Ferdinand Foch, affermarono a tal proposito che “l’aviazione è un ottimo sport, ma è completamente inutile per i fini dell’esercito”. Il primo impiego tattico ebbe anche influenza sulla formazione dei primi equipaggi, molti dei quali appartenevano a quest’ultima specialità. Fra gli esempi più famosi, i futuri assi tedeschi Manfred von Richthofen (il Barone Rosso) e Werner Voss. Nonostante lo scetticismo iniziale, la nuova arma si rivelò estremamente utile e flessibile nell’assicurare un rapido e tempestivo riconoscimento del profilo del terreno, nonché della disposizione e dei movimenti delle truppe avversarie. La sua comparsa sul campo di battaglia consentì tra l’altro di determinare la disposizione delle trincee nell’ambito della guerra di posizione. Una volta riconosciuta la sua enorme utilità, l’aviazione militare conobbe un periodo di letterale esplosione in termini numerici e di miglioramenti tecnologici. Negli anni tra il 1913 ed il 1918 non meno di 136 tipi di aerei militari furono progettati, costruiti ed inviati nei teatri operativi. Basti pensare che la sola Francia, entrata in guerra con meno di 140 apparecchi, concluse il conflitto con circa 4.500 unità, avendone in totale prodotte circa 68.000 nell’intero periodo.

Da: Il fuoco del primo conflitto – Cielo

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