Il nostro podcast gratuito audio/video “Una persona qualunque” racchiude le gesta delle persone “qualunque” alla nascita che hanno creato l’Italia a loro modo o che sono stati coinvolti nel periodo bellico della prima grande guerra mondiale e negli anni immediatamente vicini. Nomi conosciuti e sconosciuti che hanno comunque lasciato un graffio su di una pagina della nostra storia.
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Episodi:
Francesco Baracca nel 1912, affascinato da un’esercitazione aerea presso l’aeroporto di Roma-Centocelle, passò in aviazione dalla cavalleria, la sua domanda fu accettata il 24 aprile così frequentò i corsi della scuola di pilotaggio a Bétheny in Francia con un Nieuport 10 e, il 9 luglio 1912, conseguì il brevetto di pilota numero 1037. Venne decorato con la medaglia d’argento al valor militare, la sua prima vittoria fu anche la prima in assoluto dell’aviazione italiana. Dopo la sua vittoria ufficiale numero trentaquattro riportata in sessantatré combattimenti aerei, Il 19 giugno, decollò con il suo aereo di riserva, uno SPAD S.VII, per la quarta missione del giorno. Mentre i piloti erano impegnati in un’azione di mitragliamento a volo radente sopra Colle Val dell’Acqua, sul Montello, l’asso italiano venne abbattuto.
L’insegna personale di Francesco Baracca, che il comandante faceva dipingere sulla fiancata sinistra del proprio velivolo dove sulla destra trovava posto quella della 91ª Squadriglia, un grifone, era il famoso cavallino rampante, sulle cui origini e sul cui stesso colore esiste un altro piccolo mistero. Qualche anno dopo il termine della prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca diede ad Enzo Ferrari l’autorizzazione a utilizzare l’emblema usato da suo figlio, disse: “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”.
Paul von Hindenburg allo scoppio della prima guerra mondiale fu vittorioso nella battaglia di Tannenberg e in quella dei Laghi Masuri nel 1914 contro l’esercito russo, queste due vittorie, pur non decisive, permisero all’esercito tedesco di fermare l’invasione russa e soprattutto diede grande fama in Germania al generale von Hindenburg che negli anni successivi avrebbe raggiunto, sempre insieme al suo collaboratore Erich Ludendorff, una grande influenza sulla condotta militare e politica del Reich. La grande crisi causò un’ondata di disoccupazione, che divenne terreno fertile per la propaganda nazista diretta da Joseph Goebbels, l’inefficacia della politica economica del cancelliere Heinrich Brüning suscitò il timore che l’inflazione del 1923 potesse ripetersi contribuendo a trasformare il Partito Nazista in un partito di massa.