Bayern / Baden / Sachsen / Wurttemberg

La SMS Bayern fu una nave da battaglia tipo dreadnought della Kaiserliche Marine, entrata in servizio il 18 marzo 1916 come prima unità della classe Bayern; con la gemella SMS Baden, fu l’unica unità della sua classe a entrare in servizio con la Marina tedesca. Il dislocamento della nave ammontava a 28.600 tonnellate, ma a pieno carico raggiungeva le 32.200 tonnellate. I cannoni da 381 mm della Krupp presenti sulla nave però erano inferiori ai 381 mm installati sulle unità britanniche. La nave costò 100 milioni di Reichsmark. Benché entrata in servizio in piena prima guerra mondiale, la nave ebbe un ridotto impegno operativo importante, prendendo parte in particolare all’operazione Albion nel Golfo di Riga nell’ottobre 1917 durante la quale fu danneggiata nell’urto con una mina. Come il resto della squadra da battaglia della Hochseeflotte…

CLASSE:

BAYERN

IN FORZA A:

Bari

Il Bari è stato un incrociatore leggero (in precedenza un esploratore) della Regia Marina, già incrociatore leggero SMS Pillau della Kaiserliche Marine. Ordinato ai cantieri Schichau di Danzica (numero di costruzione 813) dalla Marina imperiale russa ed impostato il 12 febbraio 1913 come Murav’ëv-Amurskij (in cirillico Муравьёв- Амурский), l’incrociatore fu varato l’11 aprile 1914, ma pochi mesi dopo, il 5 agosto 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale, il Muravyov-Amursky ed il gemello Admiral Nevelskoy, quasi ultimati, vennero confiscati dalla Germania, venendo quindi completati per la Kaiserliche Marine, dove formarono la classe Pillau. Il Muravyov- Amursky venne rinominato Pillau…

CLASSE:

PILLAU

IN FORZA A:

motto: Signum victoriae victoriam teneat

Barham

La HMS Barham (Pennant number 04), terza nave da guerra della Royal Navy britannica a portare questo nome è stata una nave da battaglia classe Queen Elizabeth, così battezzata in onore dell’ammiraglio Charles Middleton I° barone di Barham. Costruita nei cantieri navali John Brown a Clydebank, Scozia, venne impostata il 24 febbraio 1913 e varata nel 1914, entrando in servizio nel 1915, a prima guerra mondiale già iniziata. Entrata in servizio nell’agosto venne assegnata al 5th Battle Squadron (5º Squadra da Battaglia) della Grand Fleet, con base a Scapa Flow. Il 1º dicembre successivo entrò in collisione con la sua nave sorella, la Warspite: entrambe le unità vennero seriamente danneggiate dall’impatto. Dopo riparazioni temporanee…

CLASSE:

QUEEN ELIZABETH

IN FORZA A:

motto: Tout bien ou rien

Australia

La HMAS (abbreviazione per Her/His Majesty’s Ship, ovvero Nave di Sua Maestà, è il prefisso navale utilizzato per le imbarcazioni della Royal Navy, la marina britannica. È seguito dal nome proprio della nave, la A sta per la flotta Australiana) Australia fu un incrociatore da battaglia della Royal Australian Navy, appartenente alla classe Indefatigable che migliorava la precedente classe Invincible. Entrato in servizio nel giugno del 1913, partecipò alla prima guerra mondiale con la Grand Fleet britannica, in particolare nel settore dell’oceano Indiano e del mare del Nord; dopo la guerra venne messa in riserva per i suoi alti costi di gestione fino al Trattato navale di Washington, che ne segnò la fine definitiva e l’invio alla demolizione. All’inizio del XX secolo l’Ammiragliato britannico decise che la responsabilità della difesa navale dell’Impero…

CLASSE:

INDEFATIGABLE

IN FORZA A:

Aurora

L’Aurora (russo: Крейсер « Авроо ра ») è un incrociatore protetto russo costruito nei cantieri navali di San Pietroburgo e varato l’11 maggio 1900. Fu così battezzato in onore della fregata Aurora che difese la città di Petropavlovsk-Kamčatski durante la guerra di Crimea (1853-1856). Trasformato in museo galleggiante è divenuto una delle principali mete turistiche di San Pietroburgo. Dal settembre 2014 al luglio 2016 è stato ai lavori presso i cantieri navali di Kronštadt. Ha ripreso il suo posto sulla Neva il 16 luglio 2016. Nel 1904-1905 prese parte alla guerra russo-giapponese. Dopo la battaglia di Tsushima, che vide una schiacciante vittoria giapponese, fu una delle poche navi russe superstiti. Dopo la guerra venne usata come unità di addestramento. Durante la prima guerra mondiale era nel mar Baltico. Nell’ottobre del 1917 sparò il colpo che diede il segnale per la conquista del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo…

CLASSE:

PALLADA

IN FORZA A:

Askold

La Askold, unica unità della sua classe, fu un incrociatore, uno delle pochi al mondo con cinque fumaioli (Francia esclusa), varato nel 1899 a Kiel per la Marina Imperiale Russa. Si trattava di un incrociatore protetto, quindi senza cintura corazzata: cercava in tal modo, con un relativo successo, di mantenere la velocità su valori rilevanti…

CLASSE:

UNICA

IN FORZA A:

Ark Royal

La HMS Ark Royal, seconda nave da guerra britannica a portare questo nome, è stata la prima nave della Royal Navy ad essere completata come nave appoggio idrovolanti. Venne rinominata HMS Pegasus nel 1934. La Royal Navy nel 1913 stava già utilizzando come nave appoggio idrovolanti la Hermes, un incrociatore modificato appositamente. La necessità di disporre di una seconda nave portò all’acquisto nell’estate dello stesso anno di una nave mercantile in costruzione nei cantieri navali di Blyth al costo di 81.000 sterline. Questa venne convertita in nave appoggio idrovolanti mentre si trovava ancora in costruzione e battezzata HMS Ark Royal. Anche se non fu la prima nave in assoluto a servire come base per idrovolanti, fu la prima ad entrare in servizio con questo scopo specifico. Per convertire la nave mercantile…

CLASSE:

PEGASUS

IN FORZA A:

Arditi ’15/’18

Quella degli arditi fu una specialità dell’arma di fanteria del Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale.

La specialità, costituita in autonomi reparti d’assalto, fu sciolta nel 1920. Reparti arditi furono ricostituiti durante la seconda guerra mondiale con l’attivazione del 10º Reggimento arditi.

Le sue tradizioni militari sono oggi tenute vive dal 9º reggimento paracadutisti Col Moschin.

La memoria è mantenuta dall’associazione combattentistica di reduci Arditi d’Italia.

Un’idea anticipatrice dell’Ardito può essere fatta lontanamente risalire al 1914, quando in ogni Reggimento del Regio Esercito venne creato un Gruppo di Esploratori addestrati ad agire dietro le linee nemiche e tagliare il filo spinato di notte, vestiti completamente di nero.

La vulgata popolare vuole riconoscere come antesignani degli Arditi anche i componenti delle cosiddette “Compagnie della morte”, Pattuglie Speciali di Fanteria o del Genio adibite al taglio o al brillamento dei reticolati nemici, facilmente riconoscibili per l’uso di corazze ed elmetti principalmente del tipo “Farina”.

Nel 1916 il Comando Supremo decise di premiare con la qualifica di “militare ardito” chi si fosse distinto per decisione e coraggio, con l’espresso divieto di creare unità speciali.

Il distintivo, da portarsi al braccio sinistro, era il monogramma reale VE, ed era pensato esclusivamente come premio e come indicazione del soldato da portare ad esempio.

Questa fu tuttavia la genesi nell’immaginario del vocabolo “Ardito”.

Nell’inverno del 1917 vennero sciolti, ricostituiti e riaddestrati arrivando a 22 reparti operativi, per diventare al maggio 1918 di nuovo 27 (più un reparto di marcia per ogni armata), assegnati ai corpi d’armata.

In particolare la riorganizzazione prevedeva la normalizzazione dei reparti (portati a 21, e numerati da I a XIII, XVI, XVII, e da XIX a XXIV) con l’invio di ufficiali più dediti alla cura della disciplina.

L’organizzazione fu portata da 4 a 3 compagnie, di 150 uomini ciascuna, cui erano associate 3 sezioni autonome di mitragliatrici (Fiat Mod. 14), 6 sezioni autonome di pistole mitragliatrici (mitragliatrici leggere Villar Perosa), 6 sezioni autonome di lanciafiamme, per un totale di 600 uomini circa; le mitragliatrici e le pistole mitragliatrici furono tolte alle compagnie e raccolte in sezioni (contrariamente all’intuizione di Bassi e di Capello), anche se poi queste sezioni per lo più venivano, nella pratica, riassegnate alle compagnie.

Inoltre, per snellire i reparti, furono eliminati, almeno temporaneamente i due cannoni da 37 o i due obici da 65/17 che il generale Luigi Capello aveva aggiunto ai reparti Arditi della 2ª Armata.

Pochi mesi dopo il termine della guerra, con la smobilitazione dell’esercito, si decise lo scioglimento dei reparti d’assalto, sia per motivi di riorganizzazione che di politica interna al Regio Esercito.

Gradi ’15/’18

Tabella dei gradi delle forze armate del Regno d’Italia 1915-1918.

Sottufficiali graduati e truppa – Regio Esercito.

Soldato

Caporale

Caporalmaggiore

Sergente

Sergente maggiore

Maresciallo ordinario

Maresciallo capo

Maresciallo maggiore

Aiutante di battaglia

Ufficiali – Regio Esercito

Aspirante

Sottotenente

Tenente

Tenente in comando di compagnia

Capitano

Capitano in comando di battaglione

Primo capitano

Maggiore

Tenente colonnello

Tenente colonnello di battaglione

Colonnello

Colonnello in comando di reggimento

Colonnello in comando di brigata

Brigadier generale

Maggior generale in comando di brigata

Maggior generale in comando di divisione

Tenente generale in comando di divisione

Tenente generale in comando di corpo d’armata

Tenente generale in comando d’armata

Tenente generale capo di stato maggiore esercito

Generale d’esercito

Sottufficiali e comuni – Regia Marina

Comune di 3a classe

Comune di 2a classe

Comune di 1a classe

Sottocapo

Secondo capo

Secondo capo anziano

Capo di 2a classe

Capo di 1a classe

Ufficiali – Regia Marina

Guardiamarina

Sottotenente di vascello

Tenente di vascello

Capitano di corvetta

Capitano di fregata

Capitano di vascello

Sottoammiraglio

Contrammiraglio

Viceammiraglio

Ammiraglio

Torta di mele

Da ‘L’armistizio di Compiègne’:

Ciao Rosa, hai visto, ti ho scritto più spesso, stavolta non puoi sgridarmi”,
tu dici? E questa baionetta di legno che hai dato a tuo figlio?
Borrini sbuffò, ma poi lei lo abbracciò amorevolmente,
dai entra, ho appena tolto dal forno la torta di mele e se ti muovi a toglierti quella divisa te ne potrei pure dare una fetta ancora calda”.

Mele renette – 700 g. pulite

Farina 00 – 250 g.

Latte intero – temp. ambiente 150 g.

Limoni – 1

Cannella in polvere – 1/2 cucchiaio

Zucchero – 200 g.

Burro – 100 g.

Uova – temp. ambiente 2

lievito in polvere per dolci – 16 g.

Sale fino – 1 pizzico

Per realizzare la torta di mele per prima cosa sciogliete il burro nel microonde o a bagnomaria, e tenetelo da parte. Grattugiate la scorza di limone e spremetene il succo ottenendone circa 30 g, quindi tenete da parte sia la scorza che il succo. Dividete a metà le mele e levatene il torsolo, sbucciate le mele, poi tagliatele in quattro parti e riducetele a fettine tagliandole per il lato corto.

Mettete le mele tagliate a fettine in una ciotola e irroratele con il succo del limone, mescolandole bene: questa operazione servirà a non farle annerire. Passate poi a setacciare la farina 00 con il lievito in polvere. Poi, in una ciotola capiente, versate le uova e parte della dose di zucchero. Iniziate a sbattere con le fruste elettriche e proseguite versando lo zucchero poco alla volta.

Quando il composto inizierà a schiarirsi, aggiungete un pizzico di sale e proseguite a montare fino a ottenere un impasto chiaro e spumoso. A questo punto unite il burro fuso riportato a temperatura ambiente. Aromatizzate con la cannella in polvere e aggiungete anche la scorza di limone grattugiata. Poi, sempre continuando a montare con le fruste, aggiungete un cucchiaio alla volta la farina e il lievito setacciati. Quando le polveri saranno completamente incorporate, abbassate la velocità delle fruste elettriche e versate il latte a filo a temperatura ambiente.

Quando anche il latte sarà completamente incorporato fermate le fruste: l’impasto è pronto. A parte sgocciolate le mele in un colino per eliminare il succo di limone e versatele nell’impasto.

Mescolate delicatamente dal basso verso l’alto per incorporarle bene. Imburrate e cospargete di zucchero una tortiera di 22 cm di diametro e, aiutandovi con una spatola, versate l’impasto. La torta è pronta per essere infornata: cuocetela in forno statico preriscaldato a 180° per circa 55 minuti.

A cottura ultimata sfornatela e lasciatela raffreddare completamente prima di toglierla dalla tortiera. Spolverizzate la torta con lo zucchero a velo e servite: la vostra torta di mele è pronta per essere gustata!

Da: ricette giallo zafferano

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